23 Gennaio 2010 – Il Giorno
ROSSONERA DOC
Nonna Tina e la torta a casa di Nereo Rocco
dall’inviato GABRIELE MORONI
SARONNO (Varese)
MILANISTA LA NONNA, i due figli, i coniugi dei figli, i tre nipoti. Tre generazioni in rossonero a Saronno. Milanista anche Atene, di professione cane Labrador, in ricordo della serata del 23 maggio 2007, Milan batte Liverpool 2 a 1 nella finale di Champions League. Ernesta Pagani sposata Prandina, semplificando Tina Prandina, sintetizzando Prandina come la conoscono i tifosi del Mezza e come è scritto sulla sua maglia rossonera. Cuore rossonero che batte da quasi 89 anni. Fondatrice e presidente del Milan Club Femminile Stella di Saronno, il primo con il Diavolo in rosa. «Sono milanista da sempre. Da ragazzina facevo la piccinina nella sartoria Nobili e il Milan era già il mio amore. Ero lunica ma non mimportava. Ho conosciuto mio marito quando è tornato dal servizio militare in Marina. Nei primi tempi non è successo niente. Poi ci siamo fidanzati. Il mio futuro suocero era milanista, così le mie quotazioni sono salite subito. Con mio marito andavamo allo stadio in treno. Una domenica ai tempi dellausterity siamo partiti con il Club su un carretto trainato da un cavallo».
Ricordi dolci e ricordi amari. Il magico Gre-No-Li. La magica finale di Coppa dei Campioni contro la Steawa Bucarest, in 80mila al seguito. La straripante umanità di Nereo Rocco, il paron. «Siamo a Milanello con il Club, invitate da Rocco per il suo compleanno. Suoniamo. Si affaccia la custode. Qui le donne non possono entrare. Era il 1972, pensi che tempi. Allora chiami Rocco. Da dietro è arrivato il suo vocione: Mona, sono mie ospite. Lultima volta che lho visto lho toccato sulla spalla: Rocco, come va?. Mi ha guardato con aria triste: Non sto tanto bene. Chi poteva immaginare che poco tempo dopo sarei andata a Trieste al suo funerale?». «Rivera mi piaceva ma mi è andato giù di simpatia perché una volta ha criticato il Milan. Non si fa. Erano i primi tempi di Berlusconi, forse si sentiva un po messo da parte». E la stella, la stella del decimo scudetto che non arrivava mai, magica, stregata, perduta a Verona quel 20 maggio 1973? Novella Penelope, Tina ricamava due strisce sul bandierone dopo una vittoria, una per il pareggio, lasciava il vuoto dopo una sconfitta. Ma a ogni fine campionato quella stella beffarda sfuggiva e Tina disfaceva il ricamo.
«Il Milan è la mia vita. Da quando non cè più mio marito sono ancora più milanista». E domani come andrà, nonna Prandina? «Non mi pronuncio. Non voglio ascoltare quello che mi dice il cuore». Che ovviamente dice, martella, urla: Milan, Milan, Milan. E poi ancora Milan.