1982 Il Giornale

1982 – Il Giornale

Nel club delle donne rossonere gli uomini devono stare zitti

“Gli interisti non ci piacciono, nè vogliamo dar loro i soldi”

Un viaggio a Saronno venti minuti di macchina da Milano, e si può capire come mai il Milan abbia tifosi così affezionati e irriducibili: al numero 27 di via Marconi, nella simpatica cittadina, c’è infatti il covo del più fantastico club rossonero: il Milan club femminile “Stella” di Saronno. A presentarcelo vengono in otto mentre tira già aria di derby. Eccole, età diverse, interessi diversi, fidanzate, sposate, “libere”, ma tutte incrollabilmente rossonere: Tina Prandina, anni 58, Giuseppina Boniforti, anni 57, Deiana Carmine di 36, Berta Uboldi di 30, Maria Atonia Bonacina di 24, Alberta Prandina di 24, Maria Pia Galli di 22, Antonella De Lussu di 9.

Il Milan club “Stella” nasce nel 1971, esattamente il 5 febbraio. “Eravamo stanche di appartenere a un club qualsiasi – racconta Tina Prandina, presidentessa, animatrice, condottiera in rossonero – abbiamo così scoperto di essere in tante e di potercela cavare da sole, senza uomini”. Questa la nascita del club che da quel momento ha vissuto 10 anni di storia rossonera qualcuno buono, altri meno. Dall’album dei ricordi della signora Prandina escono decine di foto che testimoniano momento dopo momento la crescita delle socie, le feste, le partite i momenti di vita di un club molto particolari. C’è la foto di Katrin Schnellinger, figlia italiana del grande libero tedesco e socia onoraria del club femminile stella. C’è la foto della visita a Milanello con il grande Rocco.

“Un tempo andavamo allo stadio tenendo lo striscione disteso e cantando – raccontano le donne rossonere – ora purtroppo non possiamo più farlo: specie in trasferta ce lo strapperebbero subito”. I tempi sono cambiati e forse anche il Milan.

“Il Milan è sempre uguale – ribatte Tina Prandina – certo non è più il grande Milan, ma noi lo seguiamo sempre e con molto entusiasmo”.

Con una punta di nostalgia per gli uomini del Milan di una volta. Rocco tra gli allenatori e Buticchi, specie per la signora Prandina tra i Presidenti. Su Farina sono caute, ma favorevolmente impressionate. “Ci è piaciuta specialmente l’iniziativa che favorisce l’entrata ai bambini allo stadio” dicono le appartenenti al club. “Forse i giocatori di una volta erano più spontanei – dice Tina Prandina – ora ci mettono un po’ più di soggezione”.

E gli uomini? Non hanno diritto di parola. Vengono scacciati in malo modo se vogliono disquisire su questioni calcistiche. Comunque seguono le donne allo stadio, ma urlano di meno. “Noi andiamo nei distinti – dice Alberta Prandina (figlia della presidentessa e scatenata quasi quanto la madre) – se andassimo nei popolari rischieremmo di prenderle per quello che urliamo e per quanto urliamo”.

Non c’è alcun dubbio sulla portata del loro tifo. Arriva al punto da mettere in dubbio la partecipazione al derby. “L’inter non ci piace – affermano le tifose di Saronno – ne ci piace darle dei soldi”. Comunque il derby è sentito. “Quando si gioca un derby non sai mai come va a finire – affermano – E’ una stracittadina, una partita a parte”. Pur con tutte le riserve sugli odiati nerazzurri domenica saranno tutte là.

Anche tra di loro ci sono differenze di entusiasmo e malattia da calcio, ma il loro ritrovarsi per tifare è diventata anche un’amicizia che si sviluppa al di là del semplice fatto calcistico. Sono molto affiatate tra di loro e la pensano praticamente tutte allo stesso modo sul Milan. “Malgrado le delusioni – affermano – del Milan siamo innamorate, il nostro sangue è rossonero”. Adesso sono 80 iscritte ma un tempo erano 120. “Un po’ di crisi c’è stata – ammette la signora Prandina – qualcuna si è sposata, ha tradito, ma il nucleo fondamentale è rimasto”. Legato intorno la lei lavoratrice del tifo rossonero. Al calcio è arrivata così per caso come tutte del resto nel club “stella” di Saronno, ma poi la fede rossonera non l’ha più abbandonata.

Arriviamo a un pronostico per il derby: La maggioranza si dice convinta nella vittoria, due puntano al pareggio, la sconfitta non è contemplata tra le donne rossonere: La piccola Antonella afferma decisa: hanno perso (i nerazzurri n.d.r.) dal Cagliari, possono perdere anche da noi. Applausi a scena aperta. Ne abbiamo conosciute solo 8, a pensarne 80 vicine allo stadio vengono i brividi.

Roberto Ferrante