2003 La Settimana

11 giugno 2003 – la Settimana

2003-06-11 la_settimana

 

Si può perdere la testa per il pallone? Roberta non ha dubbi: “Certo che si può e molto più facilmente che per un uomo”: E Ornella aggiunge: “Si possono cambiare stili di vita, convinzioni politiche e religiose: Ma se una persona è davvero un tifoso di calcio la fede nella propria squadra non potrà mutarla mai”: Parole che ti aspetteresti di sentire da dei baldi giovanotti ed invece arrivano un gruppo di ragazze, giovani e meno giovani, tutte legate da una vera, unica viscerale, sfegatata, passione per il Milan.
Un gruppo molto particolare però considerato come una specie di elitè nella tifoseria rossonera. Già, perché fin dalla sua costituzione, il 5 febbraio 1971, per opera dell’infaticabile Tina Prandina, classe 1921, tuutt’ora alla guida del circolo, il Milan Club Femminile Stella ha rappresentato un vero e proprio “caso” la cui notorietà ha lasciato ben presto i confini cittadini. Quotidiani e periodici nazionale di sono occupati a più riprese delle “stelline” e ultimamente una televisione giapponese e una araba, della regione del Qatar, sono venute a Saronno per cercare di capire qualcosa di più su quello che è stato in assoluto il primo club in rasa della nostra “pedata” nazionale ed è tuttora il numero uno a livello europeo. “Mia madre – ricorda Alberta Prandina (nella foto), figlia di Tina, che da qualche anno ne ha raccolto l’eredità – assieme ad altre amiche militava in un circolo misto. La loro voce però non veniva mai ascoltata, le idee erano tutte al maschile. Così hanno deciso di creare un qualcosa per solo donne. All’inizio erano circa una trentina, adesso siamo arrivate a 180 unità. Naturalmente non tutte vengono allo stadio. Ci siamo chiamate Stella perché nel 1971 il Milan non aveva ancora cucito sulla maglia il riconoscimento per chi avviva al traguardo dei dieci campionati vinti. Una scelta rivelatosi vincente, giacchè nel 1978 i rossoneri conquistarono lo scudetto e la stella arrivò” Fra gli aderenti del club figurano la cantante Jo Squillo, l’imprenditrice ed ex presidente del Pavia calcio Giusy Achilli, la vicesindaco di Saronno Annalisa Renoldi, la moglie del primo cittadino Pierluigi Gilli, Mara e la figlia Marta: Vivere la vigilia di un incontro con le “stelline” può rilevarsi un’esperienza davvero unica. C’è chi non dorme, chi fa sogni strani, chi si attacca alla scaramanzia, chi invece ha dei riti propiziatori tutti particolari. Ma se il pallone è il loro grande amore le “stelline” sono fortemente attive anche sul versante della solidarietà. Come quando Savicevic, dal Montenegro, portò in Italia una bambina affetta da una malformazione cardiaca. Il giocatore si incaricò del mantenimento dei genitori della piccola a Brescia e le “stelline” diedero un grosso contributo per acquistare macchinari utili alle cure. La bimba però non riuscì a farcela. O con tombolate e castagnate i cui proventi servono a dare una mano alla Giovanna d’Arco, al Villaggio sos e ad altre associazioni che si occupano di aiutare persone più sfortunate.
Una volta alla settimana, il venerdì, si ritrovano nella sede del club Biancoceleste di Via Biffi per mettere a punto coreografie, dettagli e strategie per il match. Poi, la domenica, via. Destinazione San Siro, oppure tutti gli altri campi della A. Perché una vera “stellina” non si tira mai indietro: Da due anni hanno anche un sito internet: milanclubfemminilestella.it Splendente, come loro.

Luciano Mazziotta